venerdì 31 ottobre 2014

Ammortizzatori: quanti chilometri durano?

Il chilometraggio non è l'unico parametro da considerare. Un meccanico dovrebbe anche chiedere al cliente come e dove usa l'auto, per capire stile di guida, percorsi e condizioni di carico.
La teoria, avvalorata dalle raccomandazioni degli esperti, ci insegna che la sostituzione degli ammortizzatori e dei puntoni va effettuata ogni 80.000 chilometri. A partire da questo chilometraggio, i test hanno dimostrato che le loro performance degradano sensibilmente, compromettendo la sicurezza dell'auto. Per molti veicoli, infatti, la sostituzione di ammortizzatori scarichi e puntoni può migliorare le caratteristiche di maneggevolezza del veicolo e di comfort. Ma da solo il chilometraggio non basta.
A differenza di un pneumatico, che ruota un certo numero di volte ogni chilometro, un ammortizzatore può comprimersi ed estendersi diverse volte al chilometro su un fondo liscio, o diverse centinaia di volte su una strada con fondo molto sconnesso.
Ci sono altri fattori che influenzano la vita di questo componente: le condizioni della strada, la tipologia di guida e di veicolo, le condizioni meteorologiche, le condizioni di carico, la condizione meccanica generale delle sospensioni e dei pneumatici.
Considerati tutti questi fattori, i produttori consigliano di controllare lo stato di usura degli ammortizzatori ogni 20.000 chilometri e di non attendere mai oltre gli 80.000 per la loro sostituzione.

Se gli ammortizzatori sono usurati, le loro condizioni possono influenzare negativamente anche le prestazioni degli altri componenti del “sistema telaio”.


Fonte: Notiziariomotoristico.com 

venerdì 3 ottobre 2014

Sinistri assicurativi: IVASS fa il punto

Poco più di tre milioni. A voler essere precisi:  3.008.863: è il numero di sinistri stradali denunciati in Italia nel 2012, su un totale di 41.885.307 unità assicurate. E’ quanto comunica in questi giorni l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) nella sua prima relazione antifrode, secondo quanto riportato dal blog peritiauto.wordpress.com.
Degli oltre tre milioni di sinistri registrati, indica IVASS, ben 400.901 sono stati giudicati “Esposti al rischio frode”, con una distribuzione territoriale che interessa per il 34% l’Italia settentrionale, per il 33% l’Italia meridionale, per il 22% l’Italia centrale e per l’11% le isole; mentre 5.263 (cioè lo 0,2% sulle denunce) sono i sinistri oggetto di azioni penali da parte delle Compagnie assicuratrici. L’IVASS punta il dito sul fatto che il 50% circa dei sinistri del 2012 oggetto di denuncia – querela si concentri al centro – sud: e questo, nonostante che nell’Italia centro – meridionale le autovetture assicurate siano il 18,2% sul totale nazionale e il totale dei sinistri sia il 18,7%. Il fenomeno delle frodi assicurative potrà tuttavia essere arginato grazie a un “cervellone informatico anti – furbetti” che grazie a un indicatore di anomalie (che contrassegnerà ogni sinistro), all’impiego di una banca dati unica e all’incrocio intelligente delle informazioni permetterà di individuare in anticipo i soggetti a rischio. L’obiettivo è una gestione più efficiente nell’individuazione delle frodi; per gli automobilisti, questo si tradurrebbe in una diminuzione del costo della Rc Auto, dal momento che da parte delle Compagnie assicurative non sussisterebbero più i presupposti per applicare premi gravati dall’alto livello di comportamenti fraudolenti. Al momento, il parere favorevole per lo schema di decreto relativo all’istituzione dell’”archivio integrato” contro le frodi assicurative – che sarà istituito presso l’IVASS - è già stato avanzato dal Garante per la Privacy. Compito dell’IVASS sarà la raccolta in un unico database delle informazioni provenienti da numerose banche dati (sinistri, anagrafe testimoni, anagrafe danneggiati, contrassegni assicurativi, archivio nazionale veicoli, Pra) e anche delle informazioni sull’installazione delle “scatole nere”. Il mix di questi dati consentirà all’IVASS il calcolo di un “indicatore di anomalia” per ogni sinistro, relativo al rischio di fenomeni fraudolenti, per poi comunicarlo alle Compagnie di assicurazione coinvolte.


Fonte: notiziariomotoristico.com

martedì 9 settembre 2014

Ecoincentivi auto 2014 ancora disponibili

Sono ancora disponibili gli eco-incentivi auto 2014 per l’acquisto di veicoli a Basse Emissioni Complessive (BEC) previsti dalla Legge Sviluppo (Legge 134/2012) con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile e il Ministero dello Sviluppo Economico rende noto lo stato di avanzamento degli eco-incentivi per i quali lo stanziamento totale in base alla Legge 134/2012, così come modificata dalla Legge di Stabilità 2013, era di 120 milioni di euro per il triennio 2013-2015.

Acquisti senza rottamazione

Con riferimento alle categorie di acquirenti senza rottamazione, erano stati stanziati:

  • 21,7 milioni di euro per i veicoli con emissioni comprese tra i  50g/Km e i 95 g/Km, per questa categoria gli incentivi sono terminati;
  • 31 milioni di euro per i veicoli con emissioni fino a 50 g/Km, per questi sono rimasti 2.943.430,08 euro.

Acquisti con rottamazione

Per i veicoli uso terzi e per esercizio di imprese con rottamazione erano stati stanziati:
  • 31 milioni di euro per i veicoli con emissioni comprese tra i 95 g/Km ed i 120 g/Km, di cui la quota residua ammonta a 30.894.103,48 di euro;
  • 52,7 milioni di euro per i veicoli con emissioni comprese tra i  50g/Km e i 95 g/Km, di cui residui 33.710.042,56 euro;
  • 61,9 milioni di euro per i veicoli con emissioni fino a 50g/Km, di cui residui 33.710.042,56 euro.

Veicoli agevolabili

Ricordiamo che rientrano tra i veicoli agevolabili i veicoli pubblici o privati a basse emissioni complessive, ovvero quelli che utilizzano in modalità esclusiva o doppia, combustibili alternativi quali idrogeno, biocombustibili, metano, biometano, GPL, energia elettrica.
Per quanto riguarda i veicoli che producono emissioni di CO2 non superiori a 95 g/km questi possono essere acquistati da  tutte le categorie di acquirenti, anche privati cittadini, mentre quelli caratterizzati da emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km sono agevolabili solo se utilizzati esclusivamente come beni strumentali nell’esercizio di imprese, arti e professioni o siano destinati all’uso di terzi, come taxi, noleggio con conducente, car-sharing, noleggio a breve termine, servizi di linea, logistica e così via. I veicoli considerati ammissibili, si legge sul sito del MiSE possono appartenere a diverse categorie: automobili, veicoli commerciali, ciclomotori, motoveicoli, quadricicli (categorie M1, N1, L1 / L1e, L2 / L2e, L3 / L3e, L4 / L4e, L5 / L5e, L6e, L7e del codice della strada).

Fonte: PMI.it

lunedì 4 agosto 2014

Aci: bene la proposta del Governo per nuovi ecoincentivi

“La proposta del Ministro Maurizio Lupi di mettere allo studio nuovi incentivi per la defiscalizzazione dell’auto e contestualmente di ampliare la platea dei beneficiari degli incentivi già previsti per i veicoli a bassa emissione, cosi da favorire la ripresa del mercato, è giusta e incontra in pieno il favore di ACI”.
Con queste parole il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani ha commentato le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture.
“Sono anni – ha proseguito Sticchi Damiani -  che come ACI denunciamo l’ormai insostenibile stallo del mercato auto che colpisce duramente l’intero settore: da un lato si  perdono sistematicamente competitività e posti di lavoro e dall’altro si favorisce l’invecchiamento del parco circolante nazionale con ricadute sia sull’inquinamento che sulla sicurezza. Ormai piu del 47% delle auto in Italia ha più di dieci anni di vita.”.

“Per questi motivi l’ACI  - da sempre sensibile ai problemi del mondo auto nella sua totalità  - auspica che si passi dalle parole ai fatti e sostiene totalmente lo sforzo del Ministro Lupi e del Governo, augurandosi, nel contempo, che si adottino misure che scoraggino l’utilizzo di quelle auto pluri ventennali che non rientrano, tuttavia, nell’ambito delle auto effettivamente storiche.”

Fonte: Pneurama

giovedì 17 luglio 2014

Revisioni: da oggi le nuove regole

"Giro di vite" informatico dettato dal Ministero dei Trasporti: scompare il timbro sul libretto, che viene aggiornato di volta in volta
Da oggi, le procedure di prenotazione e aggiornamento del “libretto” di circolazione durante le revisioni periodiche dei veicoli diventano informatizzate: una piccola rivoluzione, questa operata dal Ministero dei Trasporti, che ha come obiettivo una maggiore trasparenza e l’impedimento di comportamenti scorretti. Oggi, infatti, scompare il timbro dell’officina, apposto sulla carta di circolazione, che attesta l’esito positivo della revisione.

Il provvedimento che entra in vigore oggi fa parte di un giro di vite informatico da parte del Ministero, che in una circolare dello scorso 20 giugno dichiarava “definitivamente inibito l'uso dei timbri per l'aggiornamento della carta di circolazione”. Con l’aggiornamento operativo delle revisioni, l’operatore che effettua la revisione del veicolo ha l’obbligo di inserire entro un’ora dal termine del collaudo l’esito del controllo nel sistema informatico della Motorizzazione. Il passo successivo consiste nella stampa del tagliando di aggiornamento del “libretto” da consegnare all’automobilista. Inoltre, le prenotazioni delle revisioni devono avvenire esclusivamente per via telematica, e associate al pagamento su c/c.


Fonte: notiziariomotoristico.com 

venerdì 11 luglio 2014

Aci: il traffico costa 5 miliardi nelle 6 città più grandi in Italia

5 miliardi di euro l’anno il costo della congestione nelle sole 6 città più popolate; una “tassa” di 850 euro a famiglia solo per gli incidenti stradali; 3 giorni all’anno persi nel traffico. Sono solo alcuni dei dati che si ricavano da “Muoversi meglio in città per muovere l’Italia”, lo studio della Fondazione Filippo Caracciolo, il Centro Studi ACI, presentato oggi a Roma. 
Quella italiana è una mobilità fortemente squilibrata, affidata quasi esclusivamente all’auto, scelta ricorrente per il 59% delle persone contro una media europea del 35%. Uno squilibrio modale che è causa e conseguenza dell’elevato numero di auto per abitante. Più di 60 autovetture ogni 100 abitanti a Roma o Torino, a fronte di una media europea che non arriva a 40: Londra 36, Berlino 35, Madrid 32.
Nella Capitale il costo della congestione supera i 2 miliardi di euro ogni anno: 1.005,91 euro per ogni automobilista; 722,75 euro per ogni utente del trasporto pubblico. Nelle cinque città più trafficate, il valore del tempo sprecato nel traffico è di oltre 5 miliardi di euro, una cifra sufficiente a realizzare qualunque investimento necessario per colmare ritardi e carenze del nostro sistema dei trasporti urbani. 
“Le principali città italiane sono belle ma invivibili – dichiara Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia – e pagano un altissimo spread-mobilità nei confronti degli altri centri europei a causa di traffico, incidenti e inquinamento. La ricetta dell’ACI è un progetto speciale nazionale per la mobilità urbana: 50 miliardi di euro in 10 anni, nuove regole, controlli efficaci e incentivi per le amministrazioni virtuose. L’80% dei fondi dovrà essere destinato a colmare lo spread infrastrutturale e di offerta del nostro trasporto urbano pubblico, il restante 20% coprirà gli investimenti per la messa in sicurezza dei punti critici, la promozione di servizi di car e bike sharing, il rinnovo del parco veicolare con l’introduzione di veicoli elettrici, la realizzazione di piste ciclabili e l’introduzione di tecnologie per la smart mobility”.


Fonte: 
http://www.pneurama.com

giovedì 3 luglio 2014

Il 67% degli italiani sale in auto almeno una volta al giorno

Il 67% degli italiani usa l’automobile almeno una volta al giorno, come conducente o come passeggero; il 21% la usa un paio di volte a settimana, il 3% due volte al mese ed il 9% non la usa mai. In base a questi dati l’Italia si colloca al primo posto della graduatoria dei maggiori Paesi europei stilata secondo la frequenza d’uso dell’auto, graduatoria realizzata dall’Osservatorio sulla Mobilità Sostenibile Airp (Associazione Italiana Ricostruttori pneumatici) su dati Isfort. Infatti, mentre in Italia il 67% della popolazione usa l’auto almeno una volta al giorno, in Francia è il 60% della popolazione a fare uso dell’auto con questa frequenza, in Germania è il 54%, nel Regno Unito il 50% e in Spagna il 39%. A livello europeo la percentuale di chi usa l’auto almeno una volta al giorno è pari al 50%, mentre il 26% la usa due volte alla settimana, il 12% due volte al mese ed il 12% non la usa mai.
Ci sono diverse ragioni - sostiene a commento di questi dati l’Osservatorio sulla Mobilità Sostenibile Airp - dietro il primato italiano, ma la più importante è certamente il fatto che per moltissimi tragitti urbani ed extraurbani non vi sono alternative all’uso dell’automobile, dal momento che il sistema di trasporti pubblici nel nostro Paese ha notevoli carenze, come purtroppo ben sappiamo. Questa situazione, che ha una forte incidenza sulla mobilità, viene confermata dai dati sull’uso di mezzi pubblici. Infatti la stessa ricerca che analizza la frequenza d’uso dell’automobile, mette in evidenza che in Italia ben il 43% della popolazione non usa mai i trasporti pubblici, contro una media europea del 29%.

È da molto tempo che i problemi dei trasporti pubblici italiani sono all’ordine del giorno e purtroppo i disagi ed i ritardi subiti da chi li utilizza non fanno più notizia. Anche chi usa l’auto, però, va incontro a pesanti criticità: ad esempio le frequenti code sulle strade più trafficate ed i sempre maggiori costi di mantenimento delle autovetture. Soluzioni innovative che possono porre rimedio a queste problematiche sono in fase di sperimentazione: ad esempio il car sharing ed il car pooling potrebbero diminuire il numero dei veicoli sulle strade e il numero di spostamenti, permettendo allo stesso tempo che si faccia un uso più efficiente dei mezzi in circolazione. In attesa che queste soluzioni prendano piede vi sono però alcuni accorgimenti che permettono di rendere più economico ed ecocompatibile l’uso di mezzi privati ed in generale di mezzi di trasporto su gomma. Dispositivi come i pneumatici ricostruiti, ad esempio, consentono di risparmiare sulle spese di gestione di un autoveicolo ed anche di rinviare l’esigenza di smaltimento dei pneumatici usati che possono essere ricostruiti, con evidenti effetti positivi per l’ambiente.

Fonte: pneurama

venerdì 27 giugno 2014

Promo clima e filtro abitacolo presso i Driver Centre


Fino al 31 luglio i Centri Driver aderenti propongono la Ricarica del Clima ed il Cambio Filtro Abitacolo ad un prezzo speciale.
Per tenere sotto controllo fattori quali caldo, umidità, pollini, muffe ed inquinanti vari che possono modificare il livello di attenzione e influire negativamente sulla concentrazione durante la guida, è importate effettuare la manutenzione periodica dell’impianto di climatizzazione. Per garantirne l’efficienza, inoltre, è importante procedere anche alla sostituzione del filtro abitacolo. Questo ha, infatti, la funzione di impedire a pollini, batteri e muffe di insediarsi all’interno dell’impianto causando la formazione di cattivi odori; in più, se il filtro è dotato di carboni attivi può anche intrappolare gli idrocarburi incombusti che vengono emessi dagli altri veicoli.
Consapevoli che la ricarica del climatizzatore e la sostituzione del filtro sono fondamentali per il comfort nell’abitacolo i Driver Center si propongono non solo come esperti di pneumatici ma come professionisti a tutto tondo in grado di interpretare le proprie esigenze degli automobilisti.

Fonte: Pneurama

mercoledì 25 giugno 2014

TPMS: VDO forma e informa

Con l’avvicinarsi dell’obbligatorietà dei sistemi di monitoraggio della pressione dei pneumatici per tutte le vetture prodotte a partire dal 1 novembre 2014, Continental, con il suo brand VDO, si prepara anche per il mercato italiano. L’esperienza maturata sul tema TPMS ha permesso a VDO, marchio del Gruppo Continental, di collezionare informazioni utili rendendole disponibili sulla nuova sezione dedicata del suo sito, tramite video e materiali interattivi in continuo aggiornamento, predisponendo anche un programma formativo rivolto a officine e gommisti.
Continental offre un sistema di diagnostica veicolare multimarca completo di modulo specifico per TPMS, il Contisys Check TPMS, e altri strumenti specifici per il corretto montaggio e assistenza a veicoli dotati di TPMS. Ma la vera innovazione è rappresentata da VDO REDI-Sensor, sensori applicabili ad un vasto numero di modelli di auto, già introdotti nel mercato statunitense e in arrivo anche in Italia. A differenza di altri sensori TPMS multimarca, i VDO REDI-Sensor vengono forniti pronti per l’installazione che unitamente alla posizione innovativa del sensore, permettono alle officine di ridurre i tempi di lavorazione.

“VDO Redi-Sensor ha già raggiunto un ottimo posizionamento nel mercato americano. Stiamo lavorando in collaborazione con i colleghi di Continental LPT (pneumatici auto), per quello italiano, con l’obiettivo anche di mettere a punto un programma di formazione specifico – afferma Francesco Aresi, Responsabile commerciale della divisione Indipendent Aftermarket VDO e ATE per l’Italia – sviluppato in base alle esigenze individuali dei partecipanti. Per favorire la partecipazione alla rete di officine e gommisti, i corsi di formazione si svolgeranno presso i Training Center della sede a Cinisello Balsamo, ma anche in tutti quelli presenti sul territorio nazionale”.

Fonte: Pneurama

mercoledì 23 aprile 2014

Per una guida responsabile ed ecosostenibile: Continental aderisce ad “Ecopatente”

Gli pneumatici vengono spiegati ai ragazzi in odore di patente B. Cosa serve sapere, in modo semplice e diretto, per scegliere la gomma più adatta alle proprie esigenze, quali sono le attività di manutenzione e controllo da effettuare periodicamente per mantenere al meglio gli pneumatici e la vettura; l’importanza degli pneumatici “giusti” per la propria e l’altrui sicurezza. E ancora: come guidare in maniera ecosostenibile, efficiente e con un occhio ai consumi. Sono gli argomenti scelti da Continental nell’aderire al Progetto Ecopatente.

“Ecopatente” (ideato e gestito da CSE Italia Srl, promosso da Legambiente nelle scuole secondarie di secondo grado, e che vede la partecipazione attiva delle autoscuole “Confarca” - Confederazione autoscuole riunite e consulenti automobilistici – e Unasca - Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica) è un corso, totalmente gratuito, e rivolto agli istruttori di guida e ai ragazzi che stanno per prendere la patente, e costituisce parte complementare delle lezioni teoriche del corso di conseguimento della patente. Per seguire il corso, è sufficiente rivolgersi alle autoscuole di tutta Italia che aderiscono all’iniziativa presenti nel sito www.ecopatente.it. Fra le novità di questa edizione, la possibilità di partecipare gratuitamente al corso di guida ecosostenibile “Ecopatente” anche per chi ha già la patente. Dal 2009 ad oggi, gli Ecopatentati sono stati circa 50 mila e oltre 2 mila i formatori delle autoscuole che hanno partecipato agli incontri di formazione “Ecopatente” realizzati su tutto il territorio nazionale.

Fonte: Notiziariomotoristico