Il miglior modo per evitare grane con tutor e autovelox?
Rispettare i limiti ed evitare di rompersi il collo per arrivare dieci minuti
prima. Sembra banale, ma a giudicare dal numero di multe e ritiri di patente
che ogni anno si susseguono, non tutti sembrano averlo capito.
Oggi faremo però una breve panoramica su tutti i metodi che i guidatori
più spericolati si sono inventati per evitare di farsi “fotografare” da tutor
ed autovelox.
Noi restiamo della convinzione che moderare la velocità e
guidare con consapevolezza la propria auto è l’unico modo per evitare di
incorrere in pericolosi incidenti rischiando di mettere in pericolo la propria
e l’altrui vita, ma comunque la pensiate, i metodi per aggirare tutor e autovelox
non mancano. Anzi, una qualsiasi spulciata in rete vi darà la possibilità di
trovarne a decine.
Alcuni sono validi, altri sono vere e proprie leggende
metropolitane. Alcuni sono già di serie nel vostro navigatore, per altri
occorre affidarsi al mercato parallelo dell’online. Vi vogliamo descrivere le
principali categorie di strumenti anti-velox.
Innanzitutto, potete sempre visualizzare gli autovelox segnalati direttamente dal sito della Polizia Di Stato.
Navigatori e mappe
Partiamo dalle mappe. Molti navigatori satellitari
forniscono la localizzazione di molte postazioni fisse lungo strade e
autostrade. Un buon modo per sapere quando andarci leggeri con l’acceleratore.
Occhio alle postazioni mobili, che non sempre vengono rilevate.
Applicazioni per cellulari
Chi invece possiede un iPhone può affidarsi a iCoyote, applicazione mobile nuova di zecca
(almeno nel nostro paese) che informa il conducente della presenza di autovelox
fissi e mobili. L’app è infatti collegata a una community di utenti che
segnalano in tempo reale livelli di traffico, incidenti stradali e, appunto,
zone a rischio multa e ritiro patente.
Un database interno, combinato con le migliaia di segnalazioni ricevute ogni giorno, consente di conoscere il limite di velocità nel tratto percorso, posizione distanza e tipo di autovelox, l’orario dell’ultimo avviso (nel caso di postazione mobile) e anche quali sono i tratti di strada particolarmente pericolosi. iCoyote non è l’unica del suo genere: basti pensare alla più rinomata Autovelox Italia – CamSam (disponibile anche per Android). Conviene provarle entrambe e capire qual è la più adatta alle proprie esigenze.
Un database interno, combinato con le migliaia di segnalazioni ricevute ogni giorno, consente di conoscere il limite di velocità nel tratto percorso, posizione distanza e tipo di autovelox, l’orario dell’ultimo avviso (nel caso di postazione mobile) e anche quali sono i tratti di strada particolarmente pericolosi. iCoyote non è l’unica del suo genere: basti pensare alla più rinomata Autovelox Italia – CamSam (disponibile anche per Android). Conviene provarle entrambe e capire qual è la più adatta alle proprie esigenze.
Strumenti Elettronici
Ci sono poi strumenti elettronici installabili sul cruscotto
o sul muso dell’automobile, chiamati in gergo “avvisatori” o “intercettatori”.
Disponibili da diversi anni, sono stati pensati per evitare di essere rilevati
dalle “macchinette”. Si possono importare dagli Stati Uniti o da altri paesi
europei e si tratta di apparecchi elettronici in grado di segnalare la presenza
di postazioni autovelox o di pistole laser già a una certa distanza. Quanto
basta per accorgersi della “minaccia”, rallentare in tempo e quindi evitare la
multa.
Sul mercato ci sono diversi modelli, non tutti all’altezza delle aspettative. Online non è difficile trovarli. In commercio ci sono circa 20-25 modelli diversi, il cui prezzo è proporzionale alla qualità.
Sul mercato ci sono diversi modelli, non tutti all’altezza delle aspettative. Online non è difficile trovarli. In commercio ci sono circa 20-25 modelli diversi, il cui prezzo è proporzionale alla qualità.
Che ne dite invece di un blinder? Stiamo parlando di un
dispositivo in grado di disturbare il segnale di Telelaser o Laser, accecandolo
con un particolare flash. Prodotti in diversi paesi (ma il modello più
efficiente pare essere danese), neutralizzano la rilevazione di tutti i Telelaser
in commercio, in quanto si basano sullo stesso principio: hanno una coppia di
sensori infrarosso da montare dentro la mascherina dell’automobile e una
centralina che va nascosta dentro l’abitacolo, nel cruscotto oppure sotto
l’autoradio. Alcuni modelli sono dotati di segnalazione acustica e si possono
collegare all’autoradio: quando di colpo il volume si azzera e sentite il
tipico cicalino di questa apparecchiatura, vuol dire che un laser è stato
puntato contro la vostra auto ma, fortunatamente per voi, è stato
neutralizzato.
E per quanto riguarda i tutor, c’è chi ha anche pensato ad
una targa a scomparsa. Non mancano, infatti, in commercio dispositivi meccanici
che, premendo un semplice comando posto sul cruscotto, oscurano la targa e la
rendono indecifrabile alle telecamere, in toto o in parte. Una specie di
minisaracinesca di plastica, insomma, da abbassare al bisogno. C’è poi chi
invece sceglie la strada creativa: un 45enne calabrese, di recente, ha usato un
pezzo di nastro adesivo bianco per modificare le iniziali della propria targa.
Da EM a FM. Un lavoro di precisione. Peccato che FM è una sigla che ancora non
esiste nel nostro paese, dato che le auto più nuove al massimo iniziano per
“E”. Il tutor lo ha pizzicato quasi subito, una pattuglia gli è stata
sguinzagliata dietro. Multa, denuncia, fermo amministrativo del veicolo.
Insomma, un “epic fail”.
L’ultimo caso viene dall’Alto Adige, dove un uomo di 36 anni
è stato pizzicato dagli agenti dopo che per mesi ha fatto di strade e
autostrade la pista di un autodromo. Nonostante le pattuglie di Polizia
Municipale, i blocchi della Stradale, le telecamere, gli autovelox.
Come? Semplice: ha montato sulla sua Skoda Octavia un congegno meccanico, attivabile dal conducente, che all’occorrenza (e nel giro di un secondo) ruotava di 90 gradi verso il basso le due targhe. Risultato: per mesi è sfuggito a tutor e autovelox, perché le foto scattate ritraevano un’automobile con targa illeggibile.
Per chi si stesse chiedendo: “Perchè non gli sono corsi dietro?”, ricordiamo che non sempre gli inseguimenti sono possibili: basta una strada molto trafficata per far desistere molte pattuglie, che tra i loro obblighi hanno quello di tutelare l’incolumità degli automobilisti. Dimentichiamoci quindi scene alla Starsky & Hutch o alla Blues Brothers.
Come? Semplice: ha montato sulla sua Skoda Octavia un congegno meccanico, attivabile dal conducente, che all’occorrenza (e nel giro di un secondo) ruotava di 90 gradi verso il basso le due targhe. Risultato: per mesi è sfuggito a tutor e autovelox, perché le foto scattate ritraevano un’automobile con targa illeggibile.
Per chi si stesse chiedendo: “Perchè non gli sono corsi dietro?”, ricordiamo che non sempre gli inseguimenti sono possibili: basta una strada molto trafficata per far desistere molte pattuglie, che tra i loro obblighi hanno quello di tutelare l’incolumità degli automobilisti. Dimentichiamoci quindi scene alla Starsky & Hutch o alla Blues Brothers.
Il diavolo, come sappiamo, fa le pentole ma non i coperchi.
È bastata la curiosità di un agente di Polizia a smascherare il giochetto. Riconosciuta
l’auto, che in quel momento era parcheggiata, ha dato un’occhiata alle targhe, scoprendo
il piccolo braccio meccanico. Un congegno alla James Bond (o alla Arsenio Lupin,
se preferite), acquistato online dall’Inghilterra, fatto installare da
un’officina di Bolzano e – ricordiamolo – illegale. Un congegno che è valso
all’improvvisato “agente segreto” una denuncia per Soppressione o occultamento
di atti veri. Articolo 490 del Codice penale: la pena è equiparabile al Falso
in atto pubblico. Oltre al sequestro del veicolo, la sanzione pecuniaria, le
conseguenze per la patente, il pagamento di tutte le multe arretrate. Più la
mora, le sanzioni accessorie e, manco a dirlo, gli aumenti entrati in vigore
dal 1 gennaio 2013.
La targa “straniera”
Poi ci sono le soluzioni artigianali: per molto tempo è
bastato immatricolare la propria auto con targa straniera, o rendere
illeggibile la targa. Alcuni ci hanno provato con una semplice, ma efficace
palata di fango. E funziona: la prima volta, la seconda, forse anche la terza o
la quarta. Ma alla lunga il gioco non vale mai la candela. Si rischiano multe
pesanti, sanzioni penali. Ma soprattutto, si rischia di mettere a repentaglio
la vita, propria e altrui. Che vale più di qualsiasi multa. Pensiamoci
seriamente la prossima volta che ci mettiamo al volante.
Fonte: Piero
Babudro per 6sicuro.it
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